Analisi transazionale

ANALISI TRANSAZIONALE

“Ciascuna persona disegna la sua propria vita, la libertà gli dà il potere di eseguire i suoi propri progetti, e il potere dà la libertà di interferire con i progetti degli altri.”(E.B.)

 

L’Analisi Transazionale (AT) è stata ideata da Eric Berne negli anni cinquanta. La teoria originaria dell’analisi transazionale, così come venne elaborata da Berne, può essere considerata un’evoluzione in senso relazionale della psicoanalisi freudiana.

Le basi dell’Analisi Transazionale hanno fatto si che si creasse una teoria della personalità, dello sviluppo e delle comunicazioni relazionali. Anche gli influssi dell’approccio centrato sulla persona di Carl Rogers sono evidenti e fanno sì che l’Analisi Transazionale tenga sempre in primo piano i bisogni della persona piuttosto che la direttività. Negli anni cinquanta la teoria della comunicazione subì grandi sviluppi, principalmente grazie agli scienziati della comunicazione che dettero vita alla cibernetica, e le Regole della comunicazione enunciate da Berne sono il distillato di questi progressi applicati alla teoria psicologica analitico-transazionale.

Berne tuttavia morì prima di aver potuto elaborare compiutamente molte delle questioni teoriche più importanti, che rimasero dunque aperte a contributi e sviluppi successivi. Priva dell’autorità del suo creatore, la teoria analitico transazionale subì negli anni settanta un vero e proprio “assalto integrativo” da parte di studiosi e terapeuti che arricchirono l’impianto teorico originario con assunti e soprattutto tecniche prese a prestito da altre scuole teoriche, prima fra tutte la psicoterapia gestaltica, allontanandosi dalle radici psicodinamiche e assumendo una direzione decisamente cognitivo-comportamentale.

I legami con la psicoanalisi freudiana risultano evidenti, non solo per quanto riguarda i punti di contatto tra le topiche freudiane e i tre stati dell’io dall’analisi transazionale, ma principalmente per l’importanza fondamentale dell’analisi del transfert e del controtransfert nella terapia transazionale. Uno dei concetti cardine della teoria di Berne, il copione, è definito dall’autore “un dramma transferale“, a significare quanto le dinamiche transferali siano fondamentali nell’elaborazione e attuazione del proprio piano di vita.

L’evoluzione post berniana della teoria analitico transazionale ha dato origine ad alcune scuole[1]:

  1. la scuola classica: che si fonda sull’opera originaria di Berne;
  2. la scuola della ridecisione: basata sullo sviluppo operato da Bob e Mary Goulding;
  3. la scuola della rigenitorializzazione, fondata dai coniugi Schiff, particolarmente orientata alla terapia delle psicosi;
  4. la scuola eclettica: sul pensiero di Erskine e Zalcman, da cui si evolverà, a partire dagli anni settanta, la scuola integrativa che darà vita alla Associazione Internazionale di Psicoterapia Integrativa (I. I.P.A.).

L’analisi transazionale teorizza l’io come formato da tre strutture rappresentate graficamente come una sola personalità, ovvero i tre Stati dell’Io, ognuno con le proprie funzioni:

  1. Genitore (Esteropsiche)
  2. Adulto (Neopsiche)
  3. Bambino (Archeopsiche)

Ogni stato dell’Io ha connotazioni positive e connotazioni negative, a seconda che favorisca oppure impedisca l’indipendenza della persona.

La comunicazione tra due individui può essere letta come una transazione (o scambio) tra stati diversi o omologhi dei due io, quindi si parla nel primo caso di “transazioni incrociate” e nel secondo di “transazioni complementari”. Ogni comunicazione avviene su due livelli che si influenzano reciprocamente, il contenuto (il cosa si dice) e la forma (il come lo si dice). Si comunica secondo segnali verbali e non verbali e se il verbale è contraddetto dal non verbale, si ha una incongruenza. Ciascuno di noi è libero e responsabile dei propri comportamenti.

Prendendo in considerazione in breve i tre Stati dell’Io:

  • Io genitore: la parte genitoriale dell’io è quella dove sono custoditi i sentimenti, i comportamenti, le emozioni, gli insegnamenti, gli esempi che noi abbiamo appreso dai nostri genitori e figure che ci hanno educato. Quando una persona si trova nello stato Genitore, egli reagisce secondo i modelli di suo padre o sua madre. Il Genitore si manifesta in due modi: come influenza e come stato attivo dell’io. Quando è attivo, la persona reagisce come i suoi reagivano. Quando è un’influenza, egli reagisce come i suoi volevano che lui reagisse. Il Genitore si divide in due tipi: normativo e affettivo, ognuno dei quali ha il suo positivo e negativo. La funzione genitoriale normativa, nella sua accezione positiva guida, insegna e offre regole e valori, mentre nella sua accezione negativa, critica, impone, rimprovera, punisce, svaluta. La funzione genitoriale affettiva, nella sua accezione positiva cura e incoraggia, mentre nella sua accezione negativa è iperprotettiva, si sostituisce e condiziona l’affetto ad un avere.
  • Io adulto: la parte adulta è la parte razionale di tutti noi, dove si elaborano le informazioni. L’Adulto esamina la situazione e valuta di conseguenza, effettuando un calcolo di probabilità. Se, ad esempio, devo attraversare la strada, il mio Adulto mi deve dire che ci sono buone probabilità che non mi investano. È da notare che il concetto di Adulto di Berne si ritrova nel concetto cognitivista di “mente come elaboratore dell’informazione”. Lo stato adulto, nella sua funzione positiva vive oggettivamente la realtà, vivendo il “qui e ora”, non drammatizza l’errore e decide in base a ciò che è noto; qualora sia contaminato e non ben funzionante trascura le emozioni ed i valori e non si cura dei rapporti interpersonali. Quindi, quando sono nell’adulto, io uso tutte le mie facoltà intellettuali so valutare la situazione.
  • Io bambino: la parte bambino dell’Io è dove è racchiusa la spontaneità e l’emotività. Il Bambino racchiude tutte quelle esperienze, quei comportamenti che noi mettemmo in atto nella nostra infanzia. Quando sono nel Bambino io mi comporto non come un bambino in generale, ma come io mi comportavo quando ero bambino. Il Bambino si divide in adattato e naturale, che ha i suoi positivi e negativi come il Genitore. Il Bambino adattato è obbediente, buono, docile, è sotto il controllo del Genitore interiore. Il Bambino naturale è spontaneo, allegro, non è controllato dal Genitore interiore. I positivi e i negativi sono il Bambino Adattato positivo, che accetta le regole, collabora e agisce per farsi accettare, e quello negativo che si sottomette alle regole, si compiange e subisce per farsi accettare. Bambino Ribelle positivo, che ha spirito d’iniziativa, e quello negativo che è sempre contrario per principio.

Bambino Libero positivo, che si esprime in tutto liberamente, mostrandosi apertamente, e quello negativo che ha paura ad esporsi ed esprimersi, è intimidito e si isola.

 

Perché la nostra psiche si mantenga in equilibrio, essa deve soddisfare le sue ‘fami’ o bisogno. Ve ne sono di tre tipi:

  1. fame di stimolo: tutti gli esseri umani vanno alla ricerca di stimoli e sensazioni;
  2. fame di riconoscimento: ognuno di noi ha bisogno di sapere che esiste, che non è un fantasma in mezzo agli altri;
  3. fame di struttura: come strutturare il tempo nelle ore di veglia.

Le transazioni consistono in uno scambio di stimoli che in AT vengono denominati Carezze (strokes) o Riconoscimenti. L’AT considera le carezze e le modalità del loro scambio come strumento di diagnosi e di terapia. Durante lo sviluppo della personalità, l’individuo può imparare alcune regole non verbali che costituiscono la base della cosiddetta Stroke Economy, ovvero di una “economia di carezze” che crea scarsità di amore e affetto imponendo una serie di regole che governano, appunto, lo scambio di carezze:

  • non chiedere le carezze che desideri,
  • non dare le carezze che desideri dare,
  • non rifiutare le carezze che non desideri,
  • non accettare le carezze anche se le vuoi,
  • non dare carezze a te stesso.

La Stroke Economy può essere insegnata dai genitori o dalle altre figure di attaccamento nel periodo in cui l’individuo dipende da loro per il proprio sviluppo e per migliorare il necessario controllo legato alla responsabilità. In seguito, negli individui possono verificarsi difficoltà a derogare da queste regole. La scelta di non consentirsi deroghe dalla Stroke Economy allontana l’individuo dalla spontaneità, un elemento importante dell’autonomia. Si generano così nell’individuo svalutazioni ed emozioni parassite.

Le emozioni in una persona sana sono vissute in armonia con i propri bisogni e desideri. Le emozioni che l’individuo vive però possono anche impedirgli di realizzare quelli che ritiene i propri bisogni e desideri. Ad esempio, l’individuo potrebbe essere triste sebbene si trovi ad una festa e desideri socializzare. La tristezza viene vissuta strutturando il tempo nell’isolamento, e si verifica l’impossibilità di procedere nella strutturazione del tempo verso l’intimità desiderata e verso uno scambio di carezze più stimolanti. In tal caso la tristezza si può quindi definire come una emozione parassita. Le emozioni parassite si presentano unite alle svalutazioni e si contrastano insieme a queste.

 

Secondo l’AT le persone si approcciano alla vita e agli altri secondo alcune modalità dette posizioni esistenziali, che sono quattro e descrivono come una persona vede sé e gli altri. I segni + e – riportati nelle descrizioni seguenti indicano un’asserzione positiva o negativa riferita alla posizione esistenziale:

  • Io sono OK; tu sei OK: + + (posizione esistenziale sana, che induce ad un comportamento assertivo)
  • Io sono OK; tu NON sei OK: + – (comportamento aggressivo)
  • Io NON sono OK; tu sei OK: – + (comportamento passivo, servile; depressione)
  • Io NON sono OK; tu NON sei OK: – – (futilità, cinismo).

La posizione esistenziale di un soggetto può cambiare con il passare del tempo, anche breve. Esistono anche le “posizioni a tre”, che esaminano la valutazione che l’individuo effettua nei confronti di sé stesso, del suo interlocutore e degli “altri”:

  • Io sono OK; tu sei OK; loro sono OK: + + + (posizione aperta, socievole, democratica)
  • Io sono OK; tu sei OK; loro NON sono OK: + + – (posizione snobistica, demagogica)
  • Io sono OK; tu NON sei OK; loro sono OK: + – + (posizione dello scontento, polemica)
  • Io sono OK; tu NON sei OK; loro NON sono OK: + – – (posizione solitaria, arrogante)
  • Io NON sono OK; tu sei OK; loro sono OK: – + + (posizione masochistica, depressiva)
  • Io NON sono OK; tu sei OK; loro NON sono OK: – + – (posizione subordinata)
  • Io NON sono OK; tu NON sei OK; loro sono OK: – – + (posizione dell’invidia servile)
  • Io NON sono OK; tu NON sei OK; loro NON sono OK: – – – (posizione pessimistica, cinica).

 

Un’altra modalità di relazione è il “gioco” una tipologia di Strutturazione del tempo ad alto contenuto emotivo, ma altamente prevedibile, che si svolge secondo uno schema fisso e termina in modo sgradevole per entrambi i partecipanti. Alla base di dipendenze, litigi frequenti, incomprensioni durevoli e simili sofferenze.

La “Guarigione” intesa come potenziamento dell’Adulto

L’obiettivo dell’AT è di ristabilire l’autonomia e di rendere più stabile la condizione di problem solving dell’individuo. In questo senso si tratta quindi di avvicinarsi alla condizione in cui le emozioni ci aiutano a risolvere i nostri problemi e a soddisfare i nostri bisogni, anziché contrastare i nostri sforzi ed intralciarli inutilmente.