Intervista ad Alessandro Tappa allenatore e presidente di una Onlus

Intervista ad Alessandro Tappa allenatore e presidente di una Onlus

L’intervista di oggi è di Alessandro Tappa, conosciuto per caso, tramite amici runner e da li piano piano ho scoperto il mondo di Alessandro: la sua passione per lo sport, l’impegno e la dedizione per i bambini tanto da fondare una Onlus che unisca la passione per lo sport e la dedizione per i bambini Sport Senza Frontiere Onlus.

1 – A quanti anni hai iniziato a fare sport?

Ho Iniziato a praticare sport verso i 7 anni, ed ho iniziato con il tennis ed il nuoto contemporaneamente, poi classiche partite di pallone al campetto in terra vicino casa ed in realtà è questo che mi ha dato una vera e propria formazione di vita sportiva e di vita quotidiana.

 

2 – Tra i tanti sport praticati in quale ti sentivi più forte? ed in quale hai ottenuto più soddisfazioni?

Il calcio è lo sport che mi ha dato più soddisfazione ma ho avuto sempre delle difficoltà nel praticarlo in modo strutturato, il calcio era più divertimento e amicizia. Con il calcio ho fatto diversi provini ma alla fine mi sono sempre tirato indietro. Le soddisfazioni di vincere qualche torneo e campionato con delle serie minori ed amatoriali. Sono sempre riuscito bene nell’atletica(corsa e salto con l’asta), ed anche nel tennis, ma non ho mai intrapreso una carriera agonistica di un certo livello.

 

3 – Quando hai deciso di fare l’allenatore? A Quale età preferisci insegnare?

Ho iniziato la carriera di allenatore a 23 anni con il pentathlon moderno e contemporaneamente frequentavo ISEF (Istituto Superiore di Educazione Fisica) a Roma. In realtà la mia carriera da allenatore è iniziata per caso perché si erano ammalati contemporaneamente due allenatori del gruppo di avviamento e mi hanno mandato a dare una mano li e….dopo 30 minuti è scattata la scintilla ed avevo 30 bambini che miracolosamente facevano quello che dicevo io!!!! La mia età preferita per insegnare è da i 7/8 ai 12/13 anni che è l’età migliore per seguirli nella crescita ed avviarli alla vita dello sport.

4 – Qual’è la soddisfazione più grande in ambito sportivo che hai ricevuto?

La soddisfazione più grande da allenatore: una mia atleta ha vinto i primi Campionati Europei di Pentathlon Moderno under 16.

A livello personale da outsider e da “Atleta” la prima Maratona di New York accompagnando delle persone alla loro prima e faticosa esperienza.

 

5 – In quale competizione ti sei divertito di più e perchè?

La più divertente in assoluto sempre la prima maratona di New York, l’ho passata a corricchiare per 6 ore, dando il 5 a tutti, ballando e commuovendomi alcune volte.

 

6 – Come vivi oggi le competizioni? Come le vive prima?

Oggi quando faccio qualche gara di corsa o di bici, di base mi diverto, aiuto gente e a volte mi impegno seriamente, quando sono solo mettendo sempre alla prova con i miei limiti. Da giovane mi emozionavo sempre tantissimo, avevo paura ed ansia e spesso le mie prestazioni calcistiche, di tennis o altro risultavano compromesse. Negli anni mi sono decisamente rafforzato!

 

7 – Hai mai avuto un momento di difficoltà personale che ha inciso sulla tua attività sportiva? come l’hai superata?

In un periodo di cambiamento della mia vita che è coinciso con un’avventura imprenditoriale – sportiva andata male, ho smesso per tanto tempo di allenarmi, divertirmi prendermi cura di me andando a sfiorare forse la depressione che, per la mia indole è una sconosciuta, ma bisogna stare sempre attenti. Quando ho capito che bisognava reagire sono partito dal corpo e gradualmente mi ricordo di essermi rimesso a correre (partendo da 20 minuti), fare ginnastica a corpo libero nei parchi e a ritrovare energia in me stesso e la voglia di ricominciare con nuove avventure.

 

8 – Quando hai deciso di trasformare la tua passione in lavoro?

Di fatto allenando dall’età di 23 anni ho sempre fatto quello che mi appassionava inclusa, la creazione dell’ASD Athlion Roma Pentathlon moderno che per anni è stata la mia attività principale. Poi ho fatto altro: un po’ di politica con ruoli nelle Istituzioni e poi la Fondazione di Sport Senza Frontiere Onlus, che è stata l’ennesima rivoluzione della mia vita e forse la strada definitiva da percorrere con tutto me stesso. A tal punto che due anni fa di non continuare con un incarico alla Regione Lazio per dedicarmi definitivamente alla Onlus e alle attività di formazione ed eventi sempre con ricaduta sociale che ora rappresentano la mia attività professionale…direi che ora mi sento proprio realizzato e tutte le mie energie vanno in un’unica direzione…SONO FORTUNATO!

 

9 – Qual è la soddisfazione più grande nell’insegnare ai bambini? agli adulti?

Nei bambini vedere come apprendono, crescono, ti insegnano e diventano a volte campioncini ma soprattutto persone. Con gli adulti è bello quando riesci a trasmettere loro degli insegnamenti, motivazione ed energia per esercitare dei cambiamenti nelle loro vite e migliorare se stessi.

 

10 – Oggi come riesci a conciliare il lavoro ed i tuoi allenamenti?

Facile…mi alleno a “cavallo” quando posso, quando sono con amici, quando mi va senza essere troppo strutturato. Ma attenzione non seguite il mio esempio perché se ci sono degli obiettivi vanno preparati con cura e attenzione…io chiaramente come spesso accade “predico bene e razzolo male”.

11 – Che vuol dire per te prendersi una pausa? cosa fai?

Correre… possibilmente in natura, fare un giro in mountain bike, leggere un libro e mangiare, bere in compagnia.

 

12 – Come vivi lo sport da papà.

Benissimo qualche adattamento temporale mia figlia non mi ha tolto nulla anzi, spesso è la mia fonte di ispirazione nel terminare qualche gara dove puntualmente arrivo poco allenato!

 

13 – Sei riuscito a trasmettere la tua passione a tua figlia?

Penso di si, ma con molto rispetto per la sua indole e le sue attitudini. Non sono un papà invasivo e cerco di dare l’esempio senza spingerla troppo a fare quello che piace a me. Lei comunque fin da piccolissima vive l’atmosfera della onlus, dello sport come esempio di vita con tutti i valori collegati che spero entrino in lei e la guidino nella vita.

 

14 – Con chi altro condividi le tue gioie sportive?

I miei amici di sempre che ho inesorabilmente coinvolto e con gli amici e sostenitori di Sport Senza Frontiere con cui facciamo di tutto divertendoci.

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