Finalmente torna l’appuntamento con l’alfabeto psicologico, siamo arrivati alla D…..D come dolore.
Per dolore s’intende Sensazione penosa, diffusa o localizzata, susseguente alla stimolazione di particolari ricettori sensitivi da parte di agenti di varia natura e intensità.
A livello psicologico per dolore è la reazione psicologica che si manifesta davanti a una perdita, è la risposta emotiva che emerge per aver perso qualcosa o qualcuno di importante nella nostra vita. Quando si parla di dolore si pensa alla perdita di qualcuno, la morte di una persona cara ma non è solo questo, la perdita può essere legata alla fine di una relazione di coppia, di amicizia, la perdita di un oggetto che si considerava molto importante, ci si dovrà abituare all’assenza di quella persona, adattarsi ad un nuovo stile di vita.
La perdita, intesa come descritta sopra è un evento naturale e quindi si concluderà in modo naturale con il trascorrere del tempo, detto anche elaborazione del lutto, che consiste nell’abituarsi a vivere senza quella persona.
Nel dolore emotivo a livello celebrale, si è visto in alcune ricerche, che si attivano le stesse aree celebrali del dolore fisico. Riporto l’esperimento:
” L’esperimento di Eysenberg e del suo team, è stata ricreata una situazione che ha portato le persone coinvolte a sentirsi escluse, sottovalutate e angosciate. Questi stati d’animo si sono manifestati nelle variazioni del flusso sanguigno di due aree cerebrali chiave:
- La corteccia cingolata anteriore – area coinvolta nella generazione dell’esperienza del dolore fisico. Secondo gli esiti dello studio, maggiore era l’angoscia, maggiore era l’attività riscontrata in questa zona.
- La corteccia prefrontale mostrava maggiore inattività quanto minore era il dolore emotivo sperimentato.
Come vediamo, la corteccia cingolata anteriore favorisce l’elaborazione di sentimenti quali l’angoscia, l’insofferenza e la paura del vuoto emotivo lasciato dalla perdita, l’inganno o il rifiuto. Da parte sua, la corteccia prefrontale si incarica di bilanciare le nostre emozioni e contrastare il sentimento doloroso derivato da un rifiuto, contribuendo in questo modo a lenire il dolore causato dalla perdita emotiva.
Per essere più precisi e capire come funziona il meccanismo che comanda le nostre emozioni, è bene conoscere qualche dato in più. In termini concreti, la circonvoluzione del cingolo comprende tre aree emotive distinte:
- L’area anteriore, responsabile dell’elaborazione di sentimenti ed emozioni negative (Ma attenzione: il fatto che siano negative non significa che siano cattive; per esempio, la tristezza è sana finché non diventa patologica).
- L’area centrale, la quale integra le nostre emozioni e i nostri pensieri.
- L’area posteriore, la quale genera sentimenti ed emozioni positive.Per esempio, la zona cingolata centrale dei maschi si attiva durante l’ eccitazione sessuale e lo svolgimento di compiti e attività stressanti che richiedono grandi dosi di attenzione.Con questa consapevolezza, si scopre che i neurotrasmettitori (sostanze che regolano le funzioni cerebrali) si riducono notevolmente di fronte a situazioni emotivamente dure.” (www.lamenteemeravigliosa.it)
Nel dolore psicologico si possono distinguere 4 fasi di superamento:
1- accettare la realtà: quindi che la persona abbia deciso di andare via o che sia morta;
2- sperimentare il dolore e la perdita ciò significa provare sentimenti molto forti, darsi la possibilità di esprimerli;
3- adattarsi ad un mondo in cui la persona che non c’è più quindi crearsi nuovi interessi o riadattare i vecchi;
4- ricollocare la persona persa.
I passi scritti sopra non avvengo in maniere semplice e soprattutto non c’è un tempo prestabilito, ogni persona ha tempi e modi diversi. Molto sta alla resilienza della persona e quindi a poter contare non solo sulle sue forse ma anche sul contesto che la circonda (amici, parenti, attività lavorativa, attività sportiva).
Il dolore è una condizione normale anche la sofferenza che si prova è normale ma in alcuni casi può trasformarsi in eccessiva ed i sintomi possono essere: intensi sensi di colpa, pensieri sul suicidio, disperazione estrema, inquietudine o depressione prolungate, sintomi fisici (perdita di peso, sensazione di avere peso sul petto), rabbia incontrollata; difficoltà a svolgere le attività quotidiane, abuso di sostanze (droga, alcool) se prolungate nel tempo possono portare a portare a disturbi più importanti ed è opportuno rivolgersi ad un esperto.
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