Intervista ad uno sportivo e psicologo sportivo: Matteo Simone

Intervista ad uno sportivo e psicologo sportivo: Matteo Simone

Questa volta ho pensato di fare un intervista ad uno psicologo sportivo ed anche un vero e proprio sportivo che pratica diversi sport e da diversi anni: Matteo Simone.

Matteo è laureato in psicologia clinica, ha svolto la sua specializzazione per diventare psicoterapeuta con orientamento, Gestalt ed in più ha frequentato diversi Master sportivi. Ha scritto diversi libri sulla psicologia dello sport ne ricordo solo alcuni: Maratoneti ed ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida; Sport, benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e sulla performance dell’atleta; Ultramaratoneti e gare estreme; ultimo uscito dedicato alle donne nello sport: lo Sport nelle donne. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti.

 

Matteo ti definisci più uno sportivo o uno psicologo?

Lo sport e la psicologia le considero due passioni che coltivo come se fossero due orti che danno frutti importanti. Lo sport mi permette di sperimentare sensazioni ed emozioni, mi permette di fare scoperte su me stesso e sugli altri. Sul mio corpo e sulla mia mente; la psicologia mi permette lo studio degli altri atleti: le loro passioni, le motivazioni, il loro impegno e costanza obiettive e sogni da raggiungere attraverso la fiducia e la resilienza attraversando percorsi e crisi, con tanta fatica che si apprezza quando si raggiungono i risultati attesi e sperati.

Che sport pratichi?

Sono un podista, maratoneta e ultrarunner, alla scoperta di nuove strade e limiti a cui avvicinarsi gradualmente con prudenza e attenzione. Mi dedico alla bici, che è il mio mezzo di trasporto in giro per Roma ma anche in questo caso ogni tanto una garetta la faccio. Integro con il nuoto per portare a compimento la grande prova dell’Iroman (nuoto, corsa e bici).

 

Da quanto tempo pratichi sport?

Pratico sport da 30 anni adesso ho 55 anni. Ho iniziato con la corsa gradualmente per poi arrivare alla maratona dopo qualche anno. Poi ho provato la capoeira che è una danza, una lotta e un gioco con strumenti musicali, è un coro di cultura che deriva dagli schiavi dell’Angola in Brasile, poi la lunga preparazione per l’Iroman 9 mesi.

Riesci ad utilizzare qualche tattica psicologica come aiuto nello sport?

Non è sempre facile ma si tratta di organizzarsi mentalmente per portare a termine un progetto sportivo sfidante con impegno e superando eventuali ostacoli lungo il percorso e ciò si può fare con il lavoro psicologico che comprende  un grande sviluppo della consapevolezza cioè conoscere  le proprie potenzialità, risorse, qualità, capacità e limiti. E’ importante comprendere cosa occorre per arrivare a traguardi ambiziosi sportivi e potenziare  ciò in cui non si eccelle; sviluppare autoefficacia potenziando le 4 fonti, ricreando nel passato successi e momenti di benessere, sensazioni ed emozioni positive, feedback positivi ricevuti da altri; sviluppare la consapevolezza che tutto è possibile se ci crediamo e ci impegniamo; che ogni problema ha almeno una soluzione; il lavoro psicologico aiuta a gestire pre – gar, gara e post gara con grande lavoro psicologico di focalizzazione sul momento presente, sul compito, mettendo da parte distrazioni e pressioni.

Come riesci a conciliare l’attività sportiva, il lavoro ed il riposo?

Concilio sport lavoro e riposo considerandoli orti da coltivare con passione, con meditazione, considerando che quando si lavora si lavora, quando si fa sport si fa sport e quando ci si riposa si riposa, ogni cosa deve avere il suo tempo e soprattutto quando si sta in famiglia si sta in famiglia. Non si può avere un pensiero unico per lo sport, o per il lavoro o per la famiglia. Si può fare tutto sapendo di aspettare il momento opportuno e applicandosi con intenzione, consapevolezza che tutto finisce, tutto passa, tutto cambia.

Qualche consiglio utile per gli sportivi?

….decidere quello che si vuole fare o raggiungere. Documentarsi, organizzarsi, pianificare, rimodulare obiettivi se ci sono imprevisti. Confrontarsi con amici, familiari, professionisti; non arrendersi al primo imprevisto ma ripartire in modo diverso, divertirsi, apprezzare il percorso e la fatica che diventa amica quando raggiungi o ottieni qualcosa di importante.

 

Grazie Matteo ed buone corse…

 

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